Il disagio visibile

Il Mondo immenso e spesso sommerso dei Disturbi del Comportamento Alimentare ha avuto negli ultimi anni un'evoluzione in parte positiva ma che risente anche della profonda crisi culturale e sociale propria del nostro tempo.

 

Se le informazioni relative ai problemi alimentari sono andate negli anni aumentando creando forse quello stato di preoccupazione genitoriale che fino a pochi anni fa appariva meno evidente, tuttavia il contesto del Disagio d'Amore, base imprescindibile di queste problematiche, ha assunto spesso connotazioni di più difficile approccio.

 

La difficoltà genitoriale messa alla prova da un contesto di paure e di assenza di dialogo e di memoria civile e sociale, non riesce spesso a trovare una via possibile per essere aiutata e affrontata.

 

La nuova generazione, privata quindi di forme comunicative utili e del senso di una identità personale e storica che è fondamento di cultura e di principi valoriali sensibili, si trova così ad affrontare spesso la propria vita senza opportune capacità di sintesi.

Da ciò dipende quella difficoltà identificativa di se stessi e quella condizione interiore di inadeguatezza  che  si  rende  evidente  come 

mancanza affettiva vera e propria.

 

In un contesto di scarsa fiducia in sè e di scarsa autoidentificazione del proprio io, diventa quindi facile provare la via di una visibilità possibile del proprio disagio attraverso la mancanza (Anoressia) o l'eccesso (Bulimia, Abbuffate compulsive, etc.) di sè o di un extra sè falsamente utile al raggiungimento dello scopo affettivo.

Da ciò non esiste una distinzione netta tra evento anoressico o bulimico se non nelle modalità del sintomo e nel percorso instaurato per colmare quel vuoto interiore. Lo scomparire del corpo e di sè come domanda affettiva, il riempirsi di cibo come suo tentativo di risoluzione possibile, incarnano per vie diverse, sempre e comunque, una mancanza che resta base comune di tutti i disturbi alimentari.

  

Accanto ad Anoressia (incidenza stimata intorno allo 0.3%) e Bulimia (incidenza stimata intorno all'1%) che rivestono il ruolo di manifestazioni portanti di questo gruppo di patologie psicogene, si sono negli anni sviluppate una miriade di manifestazioni ansiogene che si riversano in modi differenti sul mondo del cibo e della nutrizione (incidenza stimata intorno al 6%).