Fame ansiogena

E' una condizione molto comune dettata da manifestazioni varianti dal piluccamento (spizzicare) fino a condizioni di vero e proprio sfogo occasionale sul cibo magari passando per la ricerca ossessiva di alimenti chiave che possono essere di diversa natura (dolci, pane e così via).

E' sempre presente una scarsa fiducia in sè e una difficoltà ad affrontare la quotidianità.


Il ritorno a casa dal lavoro e la cena sono i momenti di maggior attrazione verso il cibo.

Non sempre il mangiare per ansia si risolve nel fuoripasto. Spesso si abusa del cibo nei pasti principali e, nonostante il senso di ripienezza, si tende poi a cercare ulteriore appagamento emotivo in dolci o quant'altro quando si guarda la tv o ci si rilassa alla fine del pasto.

I sensi di colpa che ne seguono comportano la sconfitta del progetto iniziale: l'ansia che doveva essere in qualche modo attutita si ritrova ad essere in realtà, aumentata e rinnovata.

 

Anche in questi casi è richiesto un approccio integrato soprattutto nei casi di manifesta difficoltà psico fisica.

Solo alcuni Pazienti trovano infatti nella sola prescrizione alimentare e nel calo ponderale conseguente, la motivazione giusta e quel senso di autodeterminazione che,con il recupero di una condizione di amorproprio, suggerisce il possibile superamento anche dello stato ansiogeno.